Presentazione di Giovanna Cerina

Giovanna Cerina
Giovanna Cerina

Questo volume è un atto di stima e di riconoscenza per Peppino Catte, intellettuale autorevole e uomo politico di valore, la cui personalità nella sua caratura intellettuale e nella sua rilevanza politica, è rimasta viva nel ricordo di quanti l’hanno conosciuto e ha lasciato tracce significative sia nel tessuto culturale di Nuoro, città di adozione, sia nella tradizione politica dell’isola.

Ma il libro nasce anche dall’esigenza di saldare un debito irrisolto: rispondere a una esigenza condivisa di dare testimonianza, a trenta anni dalla sua morte improvvisa e prematura, dell’eredità preziosa del suo magistero di docente e della sua azione politica attraverso una serie di contributi che prospettano una sorta di bilancio di un periodo storico tra i più dibattuti e controversi della storia della nostra regione.

Gli interventi dei collaboratori di questo volume sono ordinati in due parti, con una appendice finale. Nella prima parte un saggio di Giacomino Zirottu offre uno scenario rigorosamente documentato della Sardegna tra i primi anni cinquanta e la metà degli anni settanta. Nel primo paragrafo l’interesse si incentra sugli aspetti economici e sociali, nel secondo si seguono le tappe più significative dei processi politici che hanno trasformato la vita dell’isola: dalle crisi dei partiti alle frequenti crisi di governo, ai profondi mutamenti che scardinano antichi assetti antropologici ed economici, problemi a cui si cerca di dare una risposta con i Piani di rinascita.

Nel decennio 1965 -1975 Peppino Catte partecipa da protagonista al dibattito e alle proposte politiche conseguenti, in qualità di consigliere regionale e assessore. Degli eventi, delle sue battaglie in quegli anni parla ancora Zirottu nel secondo corposo saggio in cui offre una ricostruzione critica degli interventi che Peppino Catte svolse nel Consiglio Regionale. Conclude la prima parte del volume un acuto e ampio intervento, in forma di intervista, di Pietro Tandeddu sull’attività di Peppino Catte come assessore all’agricoltura e in particolare sul suo impegno nella elaborazione del piano di riforma agro-pastorale.

Nella seconda parte trovano spazio le testimonianze di compagni autorevoli e amici, cui seguono quelle degli allievi: tessere di un mosaico costruito con piccoli eventi, con frammenti di ricordi, che si sintonizzano con discrezione sulla lunghezza d’onda di un legame di amicizia e di una forte appartenenza. In chiusura il testo della legge sulla riforma dell’assetto agro-pastorale, che costituisce il documento più impegnativo e sofferto della sua attività politica.

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La figura di Peppino Catte è legata a una intensa stagione politica durante la quale si è occupato di problemi vitali per lo sviluppo della società sarda e ha seguito con civile preoccupazione le esigenze di cambiamento che scuotevano il mondo della scuola, il montare inquietante delle agitazioni studentesche, i sintomi di un crescente malessere sociale. La sua voce in Consiglio regionale invitava a riflettere sugli eventi, ad analizzarli con ponderatezza per trovare soluzioni adeguate. Lo guidavano un alto senso di responsabilità e l’esigenza di un confronto.

La documentazione riportata nel secondo saggio riguarda proposte legislative e interventi su problemi cruciali: le zone interne e la recrudescenza della criminalità, la scuola, la crisi sociale ed economica, osservati dallo sguardo scrupoloso di chi ha conoscenza diretta dell’ambiente e ha affinato strumenti di analisi fondati su competenze specifiche e alla luce di una coscienza antropologica non comune. A rileggerli si presentano come un patrimonio di idee ricche di intuizioni che anticipano i tempi; proposte e indicazioni utili da riconsiderare anche alla luce dei processi ancora in atto e di una pacata valutazione storica che sappia comprendere, cogliendo spunti tuttora validi, l’intelligenza e la modernità della sua linea politica.

Questa è forse l’ambizione implicita di questo volume, nel momento in cui offre uno spazio aperto a punti di vista differenti, a differenti sensibilità; sia degli allievi del Liceo di Nuoro sia dei compagni di molte battaglie politiche, che ripercorrono le tappe più importanti del lavoro di Peppino Catte. Riemergono problemi annosi mai del tutto risolti, affrontati con un taglio che guarda in avanti, alla ricerca di possibili soluzioni; problemi che si ripropongono con la stessa urgenza, pur in situazioni mutate: la disoccupazione, oggi estesa anche in ambito intellettuale, i problemi dello sviluppo, nel settore agro-pastorale e nell’industria, il rinnovamento della politica, che ha come presupposto la formazione di una nuova classe dirigente, capace di rispondere con nuove competenze a un mondo rapidamente dilatato e in continua trasformazione; una nuova classe politica che ponga a fondamento di un progetto di sviluppo la conoscenza, l’innovazione, e una coscienza culturale aperta a una pluralità di esperienze, a culture diverse.

Il libro registra una sorta di dialogo con un politico di alto livello, con un maestro indimenticato, con un compagno che del dialogo aveva fatto il punto di forza del suo impegno nella pratica quotidiana dell’insegnamento e dell’agire politico. Uomo del suo tempo, Peppino Catte è protagonista di un dibattito teorico e di un’istanza riformista, perseguita nella ricerca del consenso, della condivisione. Il suo segreto stava nella capacità di gestire lo strumento difficile ma straordinario della persuasione, illuministicamente guidato dalla fiducia nella ragione e nell’incontro. E questo è lo specifico della sua grande umanità che mette in sintonia l’ insieme delle riflessioni, delle testimonianze, delle valutazioni che, sullo sfondo di un periodo storico complesso e drammatico, richiamano momenti importanti del suo destino politico e culturale.

In queste pagine la figura di Peppino Catte rivive col fascino di una personalità singolare, ricca, generosa che si è spesa per gli altri, per la sua gente, senza sconti; emerge con semplicità dalla memoria tenace di amici, compagni, allievi che hanno condiviso con lui una parte importante della loro vita; e mentre parlano di lui, parlano anche un po’ di se stessi.

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